Arrow: recensione dell’episodio 7×08 Unmasked

Questa stagione di Arrow continua a regalare stimolanti sorprese per uno show arrivato al suo settimo anno di vita tra alti e bassi, e dopo la conclusione della storyline dell’incarcerazione del protagonista, gestita dagli autori in maniera narrativamente quasi ineccepibile, Unmasked è l’inevitabile preludio a ciò che accadrà da qui in avanti, un preludio ricco di interessanti promesse.

Uno degli aspetti più interessanti dell’episodio riguarda proprio Oliver Queen ed il suo tentativo di adattarsi ad una vita normale dopo 7 mesi trascorsi all’inferno, ed è penosamente evidente come il protagonista si senta un pesce fuor d’acqua nella stessa società che una volta lo accoglieva come il rampollo di una delle famiglie più ricche dell’allora Starling City. Sebbene la sua esperienza da vigilante lo avesse già profondamente cambiato, da spettatori, non abbiamo mai avuto l’opportunità di vedere un Oliver così poco a suo agio con il mondo che lo circonda, tanto che una Felicity particolarmente protettiva – almeno per la prima parte dell’episodio – gli fa letteralmente da portavoce. E’ un nuovo aspetto del personaggio che accogliamo con favore, soprattutto perché gli autori dimostrano di non volergli scrollare dalle spalle l’esperienza di Slabside come se non fosse mai accaduta, ma prevedono di affrontare le conseguenze psicologiche di ciò che ha vissuto. In quanto alla domanda sul se e quando avremmo rivisto tornare in azione il vero Green ArrowUnmasked non ci lascia con il fiato sospeso e prima della fine dell’episodio Oliver torna ad indossare il suo costume in una nuova ed ennesima forma: non più come vigilante, ma come collaboratore ufficiale del Dipartimento di Polizia, con tanto di volto senza maschera e grossi titoli nei telegiornali.

Interessante anche il modo in cui il protagonista arriva a prendere questa decisione, dopo che apparentemente il falso Green Arrow uccide qualcuno davanti al sindaco ed alle autorità, riunite ad accogliere il figliol prodigo nella società, Rene, Dinah e Oliver – convinti che l’assassinio non sia opera del copycat di Arrow – si mettono sulle tracce del vero colpevole, incrociando così la strada con Max Fuller (Marcus Rosner) che, per chi non lo ricordasse, è apparso nella serie nell’episodio 3×01 Lone Gunmen. In quell’occasione, dopo aver accusato Oliver di essere andato a letto con sua moglie, organizzò una spedizione punitiva con dei buttafuori del suo club notturno perché picchiassero sia lui che Tommy, una situazione dalla quale l’allora Laurel Lance aiutò i suoi amici ad uscire, cambiando i connotati ai loro aggressori.
Al di là del tuffo nel passato, come accennavamo, la presenza del personaggio di Fuller è più che altro un espediente usato dagli autori per introdurre questa nuova scelta di vita del protagonista, ma sempre a proposito di cambiamenti, e come sarà stato evidente a tutti, Oliver non è l’unica persona che ha dovuto recentemente reinventarsi.
Quest’anno – almeno rispetto alla disastrosa scorsa stagione – il cammino di Dinah, Rene e Laurel, a differenza di quello di Curtis, è stato molto interessante e alternativo a ciò che avevamo già visto dei personaggi, ma la persona che ha subito i cambiamenti più drastici è senza dubbio Felicity Smoak. Come abbiamo già accennato l’idea di una “Dark Felicity” non ci dispiace affatto, dove questo personaggio è sempre stato la luce in fondo ai molti tunnel in cui Green Arrow è andato a cacciarsi, il principio che sia lei – per una volta – a trovarsi dall’altra parte della barricata ha risvegliato sicuramente il nostro interesse, ma questa discesa verso l’oscurità, che era iniziata in assenza di Oliver, è stata troppo repentina in questo episodio.

Dopo aver accolto con immensa felicità il ritorno di suo marito e averlo protetto dalla curiosità del pubblico, Felicity sembra avere infatti un brusco ripensamento, tanto da dare l’impressione di volersi separare da Oliver. Sebbene non si capisca – immaginiamo volutamente – se Felicity chieda al marito una pausa di riflessione o una vera e propria separazione, la sua decisione è così improvvisa da lasciare interdetti. Da parte sua, Oliver è appena tornato e solo ora sta cominciando a capire quanto la decisione che ha preso di consegnarsi alla giustizia abbia influito non solo sulla vita di sua moglie, ma anche sulla sua personalità. La costante minaccia in cui ha vissuto negli ultimi 7 mesi l’hanno costretta comprensibilmente a diventare più risoluta e spietata, una durezza che rivela inaspettatamente quando dice ad uno stupito Oliver, che cerca invece una strada per comprenderla meglio e riavvicinarsi a lei, di aver bisogno di spazio.
La presenza del marito, comprensibilmente, è l’unica cosa che potrebbe costringere Felicity a riflettere sulle sue decisioni e a mettere in discussione una parte di sé, il che è evidentemente qualcosa che non si sente pronta fare, perché l’essere la persona che è oggi è anche ciò che l’ha tenuta in vita in assenza di Oliver. Se quindi il principio in sé è narrativamente coerente con ciò che probabilmente sta vivendo internamente il personaggio, ciò che lascia perplessi è la velocità con cui si è passati dalla gioia della riunione, alla richiesta di una separazione, quando sarebbe dovuto essere probabilmente un processo che avrebbe richiesto di essere affrontato in modo meno brusco e soffermandosi maggiormente sulle vere ragioni del conflitto tra i due.

Gli altri tre argomenti importanti affrontati in questo episodio ricco di eventi riguardano l’ARGUS e una misteriosa scoperta fatta da Lyla e Diggle che concerne i Longbow Hunters e che li porta a cercare l’aiuto di Diaz, che ritroviamo rinchiuso in prigione ed in ottima salute (sigh!) e che i due vanno a trovare senza rivelare nulla ad Oliver.

Il secondo punto è invece il debutto nei flashforward di Maya (Katherine McNamara), alias Blackstar, nonché l’ultima persona contattata da Felicity nel futuro prima della sua presunta morte, una street fighter che si batte in un fight club clandestino, che accenna a William (Ben Lewis), Dinah (Juliana Harkavy) e Zoe (Andrea Sixtos) di aver saltuariamente lavorato per lei e che chiaramente nasconde molto più di ciò che non ha rivelato.

CORRELATO – Arrow: svelata l’identità del misterioso Green Arrow

Infine abbiamo la rivelazione della vera identità del copycat di Green Arrow. Come avevamo già scritto in un articolo che anticipava questa notizia, l’episodio si conclude con la scoperta che dietro la maschera del misterioso vigilante si nasconde in realtà una donna, nonché la figlia di Robert Queen (Sea Shimooka) – che nei fumetti si chiama Emiko Queen, alias Red Arrow – ed il cui nome non è però stato ancora svelato nella serie.

La settima stagione di Arrow va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì su The CW.

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