Bones 10×05 The Corpse at the Convention: recensione

Bones 10×05 The Corpse at the Convention: recensione

Il quinto episodio della decima stagione di Bones si presenta con una struttura leggermente diversa da quella a cui la serie ci ha abituato: invece di scoprire il corpo abbandonato in qualche remoto luogo da uno sfortunato passante, questa volta il team del Jeffersonian si trova infatti a dover risolvere un omicidio presso il Congresso Nazionale di Scienze Forensi a cui è stato invitato.

E’ sempre interessante quando uno show di lunga data come Bones trova il modo di far agire i suoi protagonisti al di fuori dello schema a cui il pubblico è normalmente abituato ed in questo caso la scelta di questo particolare palcoscenico è stata persino più azzeccata, non solo infatti l’investigazione viene iniziata al di fuori del laboratorio, ma tutti quanti sono particolarmente coinvolti nel caso. Brennan perché, invitata come ospite d’onore e speaker al congresso, sente la pressione di dover risolvere rapidamente l’omicidio per provare, ancora una volta, le sue capacità di fronte alla comunità scientifica e Hodgins, in particolare, perché è sospettato dell’omicidio.

Quando infatti il team riesce a identificare i resti seriamente danneggiati della vittima e scopre che si tratta di Leona Saunders, una donna con cui, proprio all’inizio del congresso, l’entomologo aveva avuto una discussione, finisce da subito tra i sospettati. Nonostante nessuno nel team, Booth compreso, creda davvero Hodgins capace di uccidere, l’uomo viene comunque interrogato sul perché del suo scontro verbale con la vittima e lui rivela che la donna, al tempo dell’università, gli aveva rubato i disegni di un progetto da lui concepito, una sorta di naso elettronico da usare sulla scena del crimine per individuare diversi tipi di sostanze chimiche, rivendendolo poi come suo e guadagnandoci sopra ben 4 milioni di dollari. Hodgins racconta a Booth, e ad un meno conciliante Aubry, che Leona lo aveva intercettato al congresso con l’intenzione di far pace con lui, come se nulla fosse successo, ma di aver rifiutato questo tentativo di riconciliazione.

Anche nell’ambito della raccolta delle prove forensi Hodgins torna ad essere un sospettato, ma – nonostante sia di fatto iscritto nel registro degli indagati – lui continua a lavorare al caso, il che — ammettiamolo — è strano. Pur rendendomi conto che lo show non possa ovviamente sempre rispecchiare la realtà, questo tipo di incongruenze lasciano comunque un po’ perplessi. Trovo infatti difficile credere che il sospettato di un omicidio possa continuare tranquillamente a lavorare su un caso di omicidio con il potere di compromettere irrimediabilmente le prove forensi e di conseguenza le indagini stesse. Sarebbe stato probabilmente più credibile che lo scienziato, almeno in questa circostanza, venisse messo da parte, eppure il problema non sembra essere nemmeno preso in considerazione, tranne quando Booth lo porta nella stanza degli interrogatori per chiedergli del suo rapporto con la vittima. In quel caso l’agente dice ad Aubry, e ad Hodgins stesso, di doverlo interrogare per mostrare, se necessario, al Procuratore Distrettuale che l’indagine è stata portata comunque avanti secondo tutti i canoni, ma quando poi Hodgins torna a lavorare sul caso in laboratorio, nessuno sembra preoccuparsi dei problemi legali che questo potrebbe portare in sede di dibattimento, il che è strano, perché normalmente gli autori della serie sono piuttosto attenti a questi particolari.
A prescindere da questa incongruenza, ovviamente viene fuori che Hodgins non è l’assassino, che si rivelerà invece essere un rappresentante/inventore che aveva subito lo stesso trattamento dell’entomologo, a cui  Leona Saunders aveva rubato un’idea vendendola come sua.

Un altro aspetto della puntata che sicuramente avrà reso felici i fan è il ritorno sulla scena di Wendell Bray, lo squintern a cui nella nona stagione era stato diagnosticato un tumore alle ossa con altissima percentuale di mortalità e che torna al Jeffersonian con ottime notizie. Il suo male è infatti in remissione e, avendo il giovane smesso da più di un mese di fare uso di marijuana medica, usata per alleviare gli effetti collaterali della chemioterapia, gli è stato concesso di tornare ad operare al Jeffersonian. Ovviamente tutti i suoi amici si dimostrano entusiasti dei progressi che ha compiuto e proprio quando tutto sembra andare per il meglio accade qualcosa di insolito. Il giovane chiede infatti di potersi assentare qualche ora dal lavoro per potersi recare dal proprio medico quando non fa più ritorno e non risponde alle insistenti chiamate di Cam e di Brennan che cercano di rintracciarlo.

Il team comincia a pensare che possa essere successo il peggio e che Wendell si stia rendendo irreperibile dopo aver ricevuto una brutta notizia dal proprio medico curante, quando Booth riceve una chiamata e si reca ad incontrarlo al Founding Fathers. Lì Wendell gli rivela che un membro del gruppo di sostegno di cui fa parte, affetto anche lui dallo stesso tipo di tumore, è morto pochi giorni prima. E’ piuttosto chiaro il perché Wendell possa dimostrarsi tanto scoraggiato dalla notizia, proprio quando tutto sembrava andare bene, viene messo di fronte al fatto che una persona che, appena un mese prima, sembrava stare bene quanto lui adesso, è morta nel giro di poco tempo. La risposta di Booth a questa paura è piuttosto decisa, ma altrettanto comprensibile. Booth capisce infatti che non è il momento di discorsi di incoraggiamento e di pacche sulle spalle, ma che Wendell necessita di altro, per questo motivo gli racconta di aver perso in guerra ben 12 dei suoi compagni di pattuglia proprio di fronte ai propri occhi e quando il giovane fa per interromperlo dicendogli di aver capito cosa lui intenda, Booth gli dice di non voler andare a parare dove lui pensa, spronandolo di fatto a smetterla di piangersi addosso e di combattere piuttosto per se stesso e per le persone che lo sostengono e gli vogliono bene perché, gli dice, lui ha già visto fin troppi compagni andarsene via e non intende ripetere l’esperienza anche con lui. Il che è un approccio particolare, ma molto umano e credibile alla reazione di Wendell, il cui rapporto di fiducia e di amicizia con Booth, continua a rivelarsi molto profondo e bello da vivere in quanto spettatori.

La prossima settimana sarà invece la volta di un caso particolarmente coinvolgente che affronterà il problema della tratta degli esseri umani, in uno di quegli episodi emotivamente coinvolgenti che solo Bones riesce a produrre.

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