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Weekly Reviews: le recensioni delle serie dell’Arrowverse e la storia d’origine di Iris West

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The Flash introduce la storyline che potrebbe cambiare per sempre il personaggio di Iris West-Allen?

In un’intervista pubblicata ad inizio ottobre da Collider con Eric Wallace, il nuovo showrunner di The Flash ha parlato della sua idea di inserire in questa stagione una storyline che risale alla Bronze Age del fumetto e che ha segnato per sempre il personaggio di Iris West, interpretato nella serie da Candice Patton. La Bronze Age è il termine con cui si indica uno specifico periodo della storia dell’editoria dei fumetti della DC Comics, iniziato nel 1970, quando venne pubblicata la serie Quarto Mondo di Jack Kirby e conclusosi proprio nel 1985/86 con il crossover di Crisi sulle Terre Infinite che, come è ormai noto, è stato adattato per l’Arrowverse ed andrà in onda negli Stati Uniti a cavallo tra dicembre 2019 e gennaio 2020. [CONTINUA]

Supergirl 5×04 “In Plain Sight”: la recensione

Nella conclusione della trama con protagonisti J’onn e suo fratello MaleficSupergirl mette in evidenza un problema al quale abbiamo già fatto cenno in precedenza, la sua tendenza cioè a concludere con troppa fretta alcune storyline, dando peraltro per scontato che il pubblico possa instaurare un legame emotivo con personaggi introdotti solo da pochi episodi e possa quindi, nello specifico, provare delle autentiche emozioni per la brusca conclusione del rapporto conflittuale tra i due. [CONTINUA]

Batwoman 1×04 “Who Are You?”: la recensione

Il modo in cui gli autori stanno costruendo nella serie il mito di Batwoman, da eroina casuale ed erede di Batman, a protettrice di Gotham con una sua distinta identità, è molto organico e soprattutto sta lentamente scongiurando il rischio di ridurre il personaggio interpretato da Ruby Rose unicamente ad un simbolo in quanto attrice e protagonista omosessuale di una serie di supereroi. Anche se è bene non dimenticare questa conquista, è altrettanto importante che lo show si liberi da qualsiasi etichetta ed emerga anche per le storie che sceglie di raccontare e per come le racconterà, al di là di ogni classificazione. In un mondo ideale, solo quando il fatto che un’attrice omosessuale interpreti un’eroina lesbica non sarà più “la notizia del momento” potremo davvero smettere di preoccuparci del problema della discriminazione sessuale. [CONTINUA]

Arrow 8×03 “Leap of Faith”: la recensione

Giunti al terzo episodio di questa 8^ ed ultima stagione di Arrow anche i più scettici dovranno ammettere che gli autori stanno mantenendo la promessa e regalando ai fan non solo una stagione che omaggio i sette anni trascorsi di serie, ma anche una formula rinnovata e decisamente efficace per uno show che aveva perso molto del suo smalto iniziale. Leap of Faith, diretto da una Katie Cassidy al suo centratissimo debutto nella regia, con il suo sorprendente cliffhanger finale è infatti un altro ottimo episodio che ci accompagna nel viaggio di Oliver Queen verso la Crisi sulle Terre Infinite del crossover, con una ricetta che si discosta leggermente da quella dei precedenti episodi: mentre fino ad ora Oliver si era infatti solo limitato ad eseguire gli ordini di The Monitor, senza farsi e fargli troppe domande sullo scopo della sua missione, il protagonista della serie si dirige in questo caso a Nanda Parbat in cerca di Nyssa, che non troverà, e Thea (Willa Holland) per verificare se Mar Novu sia davvero in grado di prevenire la distruzione del Multiverso, finendo per scoprire che, al contrario, ne è una causa scatenante. [CONTINUA]

The Flash 6×04 “There Will Be Blood”: la recensione

Minacciare di far morire il protagonista di una serie TV, soprattutto quando si sa che questo non avverrà, non è quasi mai una buona idea e tutte le serie dell’Arrowverse, The Flash compresa, devono affrontare questo ostacolo con l’incombere della Crisi. Nonostante ciò, proprio come fu con l’episodio The Climb di Arrow, che è stato omaggiato non a caso nella puntata di questa settimana della serie, alcune volte il rischio paga e il tono generale, nonché l’abilità degli attori, riesce comunque a far fluire le emozioni, rendendo credibile il senso di incombente pericolo. [CONTINUA]

Grey’s Anatomy 16×06 “Whistlin’ Past the Graveyard”: la recensione

Whistlin’ Past the Graveyard è un perfetto episodio di Halloween di Grey’s Anatomy, spaventoso e divertente al punto giusto e bisogna dare atto agli autori di aver efficacemente messo in preventivo le critiche del pubblico per tutte le gravidanze di questa 16^ stagione, inserendo alla fine della puntata la battuta con cui Jo riesce a terrorizzare finalmente Alex (e tutti noi!) con l’uscita sulla sua gravidanza durante il loro improvvisato matrimonio. Al di là dello scampato pericolo e nonostante il fatto che, a pensarci bene, la coppia sarebbe stata una candidata più credibile a portare al mondo un nuova creatura di una Miranda in pre-menopausa, l’inaspettata decisione con cui i due decidono di sposarsi, senza testimoni o grosse celebrazioni, è perfettamente in linea con i due personaggi e la loro storia e soprattutto con il momento di meritata pace che finalmente stanno vivendo. Anche sul lavoro, sebbene tutto sembri remare contro Alex, compresa la scoperta di una fossa comune affiorata durante gli scavi per l’ampliamento del Pac-North, che rischia di mettere a repentaglio l’arrivo di fondi da nuovi investitori, il nuovo Amministratore Delegato se la cava alla grande e dimostra di controllare talmente bene la crisi, da convincere tutti delle potenzialità della struttura e soprattutto del suo nuovo capo. A vedere questo Alex ed a paragonarlo con lo strafottente e difficile aspirante medico delle prime stagioni dello show, ci si rende conto quali passi avanti abbia fatto Karev e quanto sia riuscito ad apprendere e soprattutto come abbia capitalizzato tutti gli insegnamenti della Bailey e di Richard, forse persino più di Meredith. [CONTINUA]

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