Arrow: recensione dell’episodio 6×18 Fundamentals

Fundamentals era l’episodio di cui questa sesta stagione di Arrow aveva bisogno… ma anche no. Comprendiamo quanto contraddittoria questa affermazione possa essere, ma proveremo a dimostrare perché sia anche vera nel corso di questa recensione.

Partendo dal presupposto che questa sesta stagione sia a dir poco confusionaria sotto l’aspetto narrativo e nonostante gli autori abbiano tentato un’estrema difesa affermando che, nell’ideare la sua trama orizzontale, hanno commesso l’errore di non prendere in considerazioni alcuni aspetti fondamentali, come per esempio l’attaccamento del pubblico ai personaggi originali della serie, rispetto ai nuovi venuti, il fatto che in Fundamentals si rallenti di fatto il ritmo, offrendoci un episodio completamente incentrato sullo sviluppo dei personaggi, piuttosto che sulle scene d’azione in sé per sé, è qualcosa che va visto positivamente.

 Stephen Amell, Josh Segara, Emily Bett Rickards e Paul Blackthorne, in quanto protagonisti indiscussi della puntata, hanno indiscutibilmente dato il meglio di sé per farla funzionare e se, come sempre più spesso accade in questa serie, non ci si sofferma troppo a riflettere sugli effetti collaterali di alcun eventi, l’episodio spicca probabilmente come uno dei migliori della stagione, soprattutto grazie alle impeccabili performance dei quattro protagonisti, ma anche complice una regia particolarmente attenta che questa volta non si è concentrata solo sulle scene d’azione, ma ci regala anche alcune inquadrature davvero suggestive, come per esempio quella di Oliver ripreso dall’altro mentre giace svenuto sul pavimento del covo.

Sebbene possa sembrare strano che gli autori abbiano rispolverato il personaggio di Adrian Chase (Josh Segarra) per un ruolo così importante come far prendere coscienza ad Oliver dei suoi problemi, noi, per il fatto che Chase ha sempre incarnato il lato oscuro di Oliver, troviamo la scelta particolarmente azzeccata. Se il ruolo della visione di Oliver fosse stato infatti quello di guidarlo ed accompagnarlo verso una scelta razionale e sensata, per il ruolo probabilmente sarebbe stato più giusto un Tommy Merlyn, ma considerato che il compito delle sue visioni era sostanzialmente quello di mandare Green Arrow allo sbaraglio ed incontro a morte certa, la scelta di Chase ci è sembrata particolarmente oculata, per non parlare del piacere di tornare a godere della chimica dei due attori quando condividono il set. Una chimica che non è affatto scemata.

I problemi dell’episodio, tuttavia, cominciano a delinearsi quando ci si trova a tirare le somme delle conclusioni a cui Oliver arriva a causa di alcune delle visioni che lo tormentano, soprattutto quando si constata come troppo spesso, nell’arco di questa stagione, gli autori abbiano giocato in maniera contraddittoria con le azioni del protagonista, giudicate giuste o sbagliate a seconda delle diverse circostanze e quando faceva loro più comodo.
Per fare un esempio evidente della confusione che caratterizza la trama orizzontale della stagione, più che l’episodio in sé che, di questa, è solo l’ultimo frutto, basti pensare all’inutilità delle visioni di Laurel e Rene (il fatto che il personaggio, peraltro, indossasse una maschera, ci ha fatto supporre che probabilmente quello che abbiamo non fosse affatto Rick Gonzalez) e alla lezione sbagliata che Oliver trae dal loro “intervento“.

Sebbene infatti, da una parte, l’idea che la serie si azzeri davvero, tornando alle sue origini possa apparentemente sembrare interessante è anche vero che a questo punto della storia personale e del percorso del protagonista non sarebbe possibile rendere credibile una tale involuzione: prima di tutto perché Oliver Queen non è più l’uomo che andava in giro ad uccidere criminali nella prima stagione dello show, ma soprattutto perché una simile trama andrebbe inevitabilmente a cancellare con un colpo di spugna cinque anni della crescita del protagonista.

Nonostante il senso di colpa e la paura dell’abbandono che aleggiano comprensibilmente su Oliver, ciò che più di ogni altra spicca nella sua decisione di tornare a vestire i panni di Green Arrow senza il supporto di nessuno è che nulla, nelle visioni che lo hanno tormentato, lo avrebbe dovuto portare a questa conclusione.
Al contrario ad Oliver è bastato un solo giorno da solo nel covo per rischiare di essere ucciso da Diaz, non si capisce quindi perché egli tragga la conclusione che per lui sia meglio affrontare questo nemico senza il supporto di nessuno.
E’ ovviamente possibile, ed in parte è nostra convinzione, che forse questa storyline finisca semplicemente per rivelarsi un modo un po’ distorto per dimostrare fino a che punto Oliver abbia invece torto e che proprio la sua caparbia decisione di scontrarsi con Diaz da solo (un nemico, lo ribadiamo, che ha in mano tutta la città), si riveli invece la chiave per riunire definitivamente il Team il quale, alla fine della stagione, potrebbe arrivare in suo soccorso dimostrandogli quanto importante sia preservare quel senso di famiglia e squadra che, a detta degli autori, avrebbe dovuto essere il tema portante della stagione.
Il punto focale dell’episodio resta tuttavia uno ed uno soltanto e cioè perché Oliver dovrebbe sentirsi in colpa per la defezione dei suoi compagni, proprio quando non ha fatto nulla per meritarlo, soprattutto se paragoniamo le sue decisioni a quelle più che discutibili che ha preso nel passato come team leader, ma questo resta un interrogativo al quale gli autori, molto furbescamente, rifiutano di dare una risposta.

Per il resto ammettiamo di aver apprezzato particolarmente il ruolo ingannatore delle visioni di Oliver riguardo Felicity, che non solo servono a nobilitare il ruolo della sua compagna nella vita e nel “lavoro”, ma sottolineano ulteriormente quanto il protagonista sia cambiato, proprio a giudicare da quanto diverse siano le sue paure. L’Oliver di oggi ha molto più da perdere di quello di cinque anni fa, per questo la sua conclusione non sembra avere particolarmente senso alla luce dell’incubo che ha appena vissuto.

Detto ciò, e nonostante le sue contraddizioni, Fundamentals è un buon episodio di Arrow che ci aiuta a riconciliarci (almeno in piccolissima parte) con questa disastrata stagione.

La sesta stagione di Arrow va in onda negli Stati Uniti ogni giovedì su The CW.

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