Weekly Reviews: le recensioni della settimana 11-17 marzo 2019

Weekly Reviews: gli articoli della settimana 11-17 marzo con lo speciale su Arrow e le recensioni di Supergirl, Arrow, del finale di stagione di The Good Doctor, The Flash, Grey’s Anatomy e Doom Patrol.

Arrow-less: il ruolo di Arrow ed il futuro dell’universo televisivo dell’Arrowverse

Il commosso messaggio con cui Stephen Amell ha annunciato sulla sua pagina Facebook la conclusione di Arrow il prossimo anno e con l’8^ stagione, che sarà composta da soli 10 episodi, segna certamente la fine di un’era. Seppure tra alti e bassi allo show capostipite dell’Arrowverse vanno riconosciuti molti meriti, il primo dei quali quello di essere stato il primo show ispirato ai fumetti ad assumere un carattere serializzato, che ha privilegiato lo sviluppo dei personaggi piuttosto che, come Smallville, avere i soliti cattivi di puntata a far progredire l’azione. [CONTINUA]

Supergirl 4×14 “Stand and Deliver”: la recensione

Non si può conoscere la storia del fumetto ed essere contrari alla piega di denuncia sociale presa da questa stagione di Supergirl, gli esempi in cui i comics hanno servito esattamente lo stesso scopo della quarta stagione della serie sono innumerevoli ed è per questo che, al di là delle reinterpretazioni dei personaggi che popolano questo show, quello di Melissa Benoist è forse uno dei ruoli che più si avvicina all’ideale trasposizione di un eroe del fumetto in una serie TV tra tutte quelle che compongono l’Arrowverse. [CONTINUA]

Arrow 7×15 “Training Day”: la recensione

Arrivato alla sua settima stagione e, come è stato ufficialmente annunciato, a soli 17 episodi dal suo addio alle scene (sì, manca davvero così poco!), Arrow continua ad avere problemi non indifferenti da affrontare, molti dei quali, ma non tutti, sono stati creati negli anni passati e si riverberano prepotentemente in questa stagione nonostante gli ottimi sforzi compiuti dal nuovo team creativo a capo della serie. [CONTINUA]

The Good Doctor 2×18 “Trampoline”: la recensione [FINALE DI STAGIONE]

Considerato dove si trovava il protagonista di The Good Doctor all’inizio di questo episodio e dove sia giunto con la sua conclusione, Trampoline dovrebbe essere il finale di stagione ideale, eppure la sensazione generale è che manchi qualcosa, non necessariamente un cliffhanger, non tutte le stagioni debbono obbligatoriamente concludersi lasciando i protagonisti in sospeso, quanto piuttosto quella spinta che invogli davvero lo spettatore a tornare mosso dalla curiosità. [CONTINUA]

The Flash 5×16 “Failure is an Orphan”: la recensione

Non c’è dubbio che questa 5^ stagione di The Flash stia faticando ormai da troppo tempo nel far progredire la trama principale legata a Cicada, un cattivo di stagione la cui storia non ha mai davvero decollato né è mai riuscito, con la sua parlata strascicata e ringhiante, a fa sentire gli stessi livelli di imminente minaccia che Anti-Flash e Savitar hanno portato nella serie. [CONTINUA]

Grey’s Anatomy 15×17 “And Dream of Sheep”: la recensione

Che la storyline dedicata a Casa DeLuca sarebbe finita in un mezzo disastro lo suggerivano i poco incoraggianti precedenti di Vincenzo, ma che le cose sarebbero precipitate già al secondo episodio dall’arrivo di Lorenzo Caccialanza in Grey’s Anatomy era forse meno prevedibile. L’idea di DeLuca padre è sicuramente rivoluzionaria, la possibilità di dare una speranza di vita a bambini nati prematuri dandogli l’opportunità di svilupparsi in un sacco amniotico esterno o “baby bag“, come lo chiamano nella serie, è certamente geniale, ma tra teoria e pratica – come abbiamo visto chiaramente dimostrato in And Dream of Sheep – c’è una notevole differenza che si è già trasformata in un problema per l’ospedale a causa dell’impazienza del suo ideatore. [CONTINUA]

Doom Patrol 1×05 “TBA”: recensione

E’ veramente difficile guardare Doom Patrol e non rimanerne affascinati dal modo in cui questo show è scritto, dallo spessore umano dei suoi personaggi, dalla maniera in cui si ispira al fumetto originale (nel caso di Paw Patrol in particolare alla linea editoriale di Grant Morrison con i suoi toni surreali e fantastici), pur mantenendo una sua identità distinta, oltre che dalla bravura dei suoi protagonisti. [CONTINUA]

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