The Flash: recensione dell’episodio 4×09 Don’t Run

Il termine migliore per definire questo finale di metà stagione di quest’anno di The Flash è, a nostro avvio, controverso: Don’t Run, pur fornendoci infatti un accattivante ed inaspettato cliffhanger, ci lascia anche con qualche legittimo interrogativo legato allo svolgimento logico dei fatti al quale, almeno per ora, non abbiamo trovato una valida risposta.

Il nono episodio della quarta stagione della serie si apre con un’atmosfera festosa: i neo sposini scartano i loro regali di nozze ed Iris trova anche il tempo per lanciare un’innocente frecciatina a Felicity per aver “rubato” il suo momento di gloria, chiedendo ad Oliver di sposarla assieme a Barry ed Iris, pur ammettendo subito dopo di non provare alcun rancore verso di lei (dobbiamo crederle davvero?). Negli agli STAR Lab, nel frattempo, il resto del Team è preso dai preparativi per i festeggiamenti dell’incombente Natale, ma dato che parliamo di uno show di supereroi e questo è un midseason finale, tutti sappiamo che la calma che si respira è solo apparente.

Nel B-plot dell’episodio, che finirà a sorpresa per essere legato con la trama principale della puntata, la Amunet Black di Katee Sackhoff tornerà a disturbare la pace di Caitlin, alias Killer Frost, quando la preleverà, impedendole di trasformarsi, per curare uno dei nuovi metaumani creati dal Pensatore e rimasto ferito in un tentativo di rapimento.
Gli autori giocheranno ancora una volta con i problemi di Caitlin a conciliare la sua parte umana con quella metaumana, soprattutto quando i suoi stessi amici, Cisco, Harrison ed il nuovo arrivato Ralph Dibny, mostreranno di trovare Killer Frost più aperta e divertente di Caitlin. Nonostante le sue insicurezze, sarà proprio lei, però, e non Killer Frost a riuscire a liberare se stessa ed il suo muovo amico Dominic Lanse/Brainstorm (Kendrick Sampson) dalle grinfie di Amunet Black, un risultato che sarebbe una grande vittoria se non venisse rivelato che tutto era parte di un piano concepito dal Pensatore e dalla sua diabolica moglie, per incastrare Barry con un’accusa di omicidio e per intrufolarsi momentaneamente in seno al Team Flash con un nuovo volto.

Come era noto dalle scorse puntate, il corpo di Clifford DeVoe (Neil Sandilands), tenuto in vita dalla sua speciale sedia, si sta deteriorando sempre più ed il temibile personaggio riesce a congegnare un piano per liberarsi di The Flash e trovare insieme una soluzione a questo problema. Avendo scovato in Dominic Lanse la perfetta cavia, DeVoe trasferisce infatti la propria coscienza nel corpo del giovane ed usa il suo stesso cadavere per incastrare Barry per omicidio, creando una messa in scena nel suo appartamento in modo che Barry appaia colpevole dell’omicidio del professore.

Questa trama prende chiaramente ispirazione dalla saga del 1983, scritta da Cary Bates ed illustrata da Carmine Infantino, intitolata The Trial of Flash, in cui il velocista viene processato per aver ucciso l’Anti-Flash, alias Professor Zoom, durante i festeggiamenti del suo matrimonio con la seconda moglie Fiona Webb.  Nel fumetto, Barry – cercando di impedire a Zoom di uccidere Fiona come aveva fatto con Iris – finisce per spezzargli accidentalmente il collo usando un eccesso di forza. Dopo un lungo processo, Barry viene condannato, ma scopre che la giuria ha subito un lavaggio del cervello da una mente superiore che proviene dal futuro e che si rivelerà appartenete ad Abra Kadabra, il quale aveva preso le sembianze dell’Anti-Flash per rovinare la sua reputazione. [pullquote]Barry ad Iris: Non sento la necessità di correre quando sono con te[/pullquote]

Le premesse di questa storyline, seppure interessanti, nella serie si basano sull’assunto che Barry abbia preso la decisione di gestire i propri poteri in maniera diversa da come ha sempre fatto, poiché la condizione di serenità in cui si trova, grazie soprattutto al coronamento del suo sogno d’amore, non gli fanno provare la necessità, appunto, di correre.
Negli ultimi minuti dell’episodio, con la polizia sul punto di irrompere nella sua casa, il corpo di DeVoe che giace esanime sul tappeto e l’arma del delitto con le impronte di Barry sul manico, tutti gli spettatori, come d’altronde gli autori stessi, sanno che il protagonista avrebbe avuto tutto il tempo per cancellare ogni prova a suo carico e non farsi nemmeno trovare nell’appartamento. Pur sapendo perfettamente di essere stato incastrato, Barry prende comunque la strana decisione di non fare quanto in suo potere per levarsi da quell’impiccio e si fa arrestare  senza che venga data – almeno per il momento – una valida spiegazione sul perché egli agisca in questo modo.
Per quale ragione un Barry che sa di essere innocente dovrebbe affrontare i rischi  di un processo per omicidio quando i suoi poteri avrebbero potuto salvarlo?
L’unica spiegazione possibile è che Barry abbia agito così perché ha finalmente accettato la superiorità intellettuale del suo avversario, comprendendo che – qualsiasi decisione avrebbe preso – sarebbe finito comunque in un guaio peggiore. Così com’è questa storyline può inoltre rivelarsi interessante per diversi motivi, primo tra tutti il fatto che Barry si ritrovi a vivere l’incubo del suo stesso padre, accusato ingiustamente dell’omicidio della moglie.

Per quanto concerne il futuro del Pensatore, non sappiamo se Sandilands abbia passato definitivamente il testimone a Sampson o se i due attori continueranno a coesistere interpretando il personaggio in diverse circostanze, ma sicuramente troviamo particolarmente intrigante l’arrivo di questa nuova pedina sulla scacchiera di questa stagione.

Come spesso è capitato con The Flash, ci troviamo di fronte ad una trama dalle incredibili potenzialità che potrebbe allo stesso tempo rivelarsi anche molto deludente e ad un nodo che potrà essere sciolto solo nel 2018, quando lo show tornerà con i restanti 14 episodi.

https://www.youtube.com/watch?v=CJnyAgbK3co

La quarta stagione di The Flash tornerà in onda negli Stati Uniti, dopo la pausa natalizia, martedì 16 gennaio su The CW.

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